Regolarizzazione

Regolarizzazione Lavoratori Stranieri

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (25 luglio 2012), entrerà in vigore dal 9 agosto 2012, (Il decreto), il datore di lavoro può presentare la richiesta dal 15 settembre al 15 ottobre (30 giorni).
Imprese e famiglie con la regolarizzazione del rapporto di lavoro eviteranno d'incorrere in pesantissime sanzioni Il risultato: Gli immigranti che sono alle loro dipendenze otteneranno il permesso di soggiorno

La trasgressione

Chi non approfitterà della regolarizzazione oppure farà lavorare persone senza permesso di soggiorno (quindi lavorano in nero), l'infrazione sarà punita con l'arresto da sei mesi a tre anni, e una multa di 5.000 euro per ogni persona impiegata, più altre sanzione amministrative per gli obblighi retributivi e contributivi.
Sarà il Ministero di Lavoro a realizzare controlli su tutti i diversi settori lavorativi, denunciando annualmente il risultati scoperti di rapporti irregolare e le segnalazione saranno denunciate alla Commissione Europea.

Denuncia allo sfruttamento, (il processo)

Il permesso di soggiorno avrà una validità di sei (6) mesi e sarà rinnovabile per un anno o più finchè si arriva alla fine del processo legale, ma potrà anche essere convertito in un permesso per lavoro se contemporaneamente il cittadino straniero trova un'altra lavoro, evidentemente regolare.
Imprese e famiglie che impiegano lavoratori irregolari potranno eludere le sanzioni presentando una dichiarazione di emersione entro le date: 15 settembre al 15 ottobre 2012.
I datori di lavoro dovranno pagare un contributo forfetario di mille euro (1000 €) e, quando verranno chiamati a stipulare il contratto di soggiorno, allo steso tempo dovranno anche dimostrare la regolarità di stipendi, tasse e contributi.
I lavoratori, dovranno dimostrare di essere in Italia almeno dal 31 dicembre 2011, a questi verrà rilasciato un permesso di soggiorno.

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Regolarizzazione, Flussi di ingresso

Interviene, innanzitutto, sulle cosiddette "black list" nelle quali erano finiti i datori di lavoro che in passato avevano presentato domande per flussi di ingresso per la regolarizzazione ma poi non avevano poi portato a termine l'assunzione. Finora, chi si trovava in questa situazione, veniva automaticamente bocciato con un parere negativo dalle Direzioni Territoriali del lavoro

La circolare invita invece a chiedere spiegazioni al datore di lavoro per questi comportamenti e a "valutare caso per caso" le sue giustificazioni.
Questo andranno "considerate in basi principi di ragionevolezza e buona fede", le DTL le "rivaluteranno opportunamente", eventualmente, anche modificare un parere precedentemente espresso.

Se la domanda viene bocciata per "cause imputabili esclusivamente al datore di lavoro", i contributi sono stati pagati e c'è la prova di presenza in Italia dal 2011, al lavoratore va rilasciato un permesso per attesa occupazione della durata di un anno. La regola vale anche per domande bocciate negli scorsi mesi, quindi ora gli Sportelli Unici dovranno riconvocare i lavoratori, un passaggio che non sembra facilissimo, considerato che tanti potrebbero aver fatto perdere le loro tracce.

Sempre sulla base di quel decreto legge, anche se il rapporto di lavoro è finito prima della convocazione allo Sportello Unico per l'Immigrazione, il lavoratore potrà ottenere un permesso per attesa occupazione. E se quando andrà in Questura a lasciare le impronte digitali avrà trovato un nuovo lavoro, presentando una copia della comunicazione d'assunzione "potrà ottenere direttamente un permesso di soggiorno per lavoro subordinato".

Diventa poi più elastica la valutazione del reddito per chi ha chiesto di regolarizzare dei lavoratori domestici.

Se bisogna far valere i "redditi congiunti di piĆ¹ familiari" e la DTL ha espresso un parere positivo con riserva per la difficoltà di verificarli, lo Sportello Unico potrà controllare la documentazione presentata successivamente, ed eventualmente sciogliere la riserva. Inoltre, nel caso di assunzione di più domestici, non va effettuata "un'automatica moltiplicazione del reddito (es. 20000 per un domestico, 40000 per due domestici), ma la DTL dovrà valutare caso per caso la situazione reddituale complessiva del datore".

Per la regolarizzazione di una o più badanti, caso in cui non è prevista una soglia di reddito per l'assunzione, il bisogno di assistenza può essere documentato sia con un "provvedimento di riconoscimento dell'invalidità civile", sia con un'attestazione rilasciata dal medico di famiglia iscritto al Ssn. In mancanza di questa certificazione, scatta la valutazione del reddito del datore di lavoro.

Infine, via un altro ostacolo. "La mancanza di idoneità alloggiativa - spiega la circolare - non può essere ostativa alla procedura di regolarizzazione". Questa va richiesta, "ma non può essere considerata da sola quale motivazione di un rigetto". Insomma se ci sono tutti gli altri requisiti, ma il lavoratore vive in una casa troppo piccola, può comunque mettersi in tasca il permesso di soggiorno.


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